La Storia dei Cocktail
Se oggi possiamo preparare e bere tanti fantastici drink, lo dobbiamo alla creatività umana di grandi personaggi della storia, da Antonio Carpano e Jerry The Professor Thomas. In questo articolo scopriremo la storia dei cocktail, e le grandi personalità che ne hanno fatto parte.
Storia dei cocktail: le origini
L’anno zero di questa storia può essere definito il 1786, anno in cui viene inventato il vermouth dal distillatore italiano Antonio Carpano. Da allora, si diffonde nei caffè europei la moda del vermouth come aperitivo, favorendo la nascita dei primi miscelati.
Fu così che qualche anno dopo, nel 1806, e più precisamente sul settimanale Balance & Columbian Repository, appare per la prima volta la parola “cocktail”, definito come “bevanda stimolante composta da liquori di vario tipo, zucchero, acqua e amari”. Questi “liquori” erano generalmente distillati ottenuti dal vino, dall’uva o dalla frutta, come Brandy, Grappa, Acquavite e Cognac, e chiaramente il Vermouth, che stava ormai spopolando come aperitivo in tutta Europa. La grande fortuna dei cocktail, così come venivano intesi all’epoca, tramonta però in seguito a un’ondata di fillossera, che assesta un terribile colpo alla produzione vinicola.
Come vedremo più volte in questa storia, però, non tutto il male vien per nuocere: essendo fuori uso i “liquori” allora utilizzati, questi vengono sostituiti da spiriti nazionali e internazionali come Gin, Vodka e Rum, che vengono appunto miscelati con succhi di frutta, bitter e spezie. E possiamo finalmente dire che, proprio ora, nasce la grande arte della Miscelazione.
The Professor
E’ proprio qui che entra in gioco un altro grande personaggio della storia dei cocktail: Jerry Thomas, uno dei mixologist più apprezzati della storia. Infatti, Thomas non era solo un ottimo bartender e un genio della mixology, ma era un vero e proprio professionista a tutti gli effetti, tant’è che pubblicò nel 1862, la Bar-Tenders Guide (How to mix drinks), il primo volume della storia dedicato alla miscelazione, che contribuì a diffondere enormemente il sapere attorno a questa nuova materia.
Storia dei Cocktail e Proibizionismo
Nel 1920, troviamo però un altro forte ostacolo nella nostra storia dei cocktail, che si rivela tuttavia paradossalmente una grande spinta in avanti: il Volstead Act sancisce l’illegalità degli alcolici negli Stati Uniti, dando inizio al proibizionismo.
Ciò tuttavia permette la diffusione degli speakeasy, dove gli alcolici di contrabbando di scarsissima qualità necessitavano della creatività umana per migliorarne il sapore: nascono così tecniche di aromatizzazione innovative che ancora oggi vengono utilizzate dai bartender di tutto il mondo.
Inoltre, la grande fuga all’estero dei mixologist, dà il via all’internazionalizzazione dell’arte della mixology americana, che si fonde alla qualità europea delle materie prime, dando inizio a una fiorente e creativa epoca di sperimentazioni.
Storia dei Cocktail e futurismo
Se vogliamo parlare di sperimentazioni, in ogni forma d’arte (quale è la mixology) non possiamo non menzionare il futurismo. Nel movimento di Marinetti la stravaganza, nei cocktail come in qualsiasi altro aspetto, di certo non mancava, così come la più totale libertà, che si concretizzava nelle famose “poli-bibite”.
Da allora, la fama dei cocktail non ha smesso di crescere, anche grazie all’iconicità creata dal cinema, e da scene di famosissimi film come 007, che rese il Martini un vero e proprio status-symbol da celebrità.