Visto da vicino: il VERMOUTH | Accademia del bar

Visto da vicino: il VERMOUTH

Visto da vicino: il VERMOUTH

La nascita del vermouth trae origine dall’antichità: sin dai tempi di Ippocrate, infatti, si usava già una bevanda a base di vino, che veniva aromatizzata, anche con lo scopo di aumentarne la conservazione, con delle spezie. Il vino ippocraticum (cosi si chiamava) ebbe enorme diffusione nel Medioevo soprattutto nelle abbazie tedesche e francesi e nel diciottesimo e diciannovesimo secolo anche in Italia (1876, Antonio Benedetto Carpano).

Ciò che caratterizzava  il vermouth era la presenza di un erba in infusione, l’Artemisia absinthium, meglio conosciuta come assenzio, e per questo fu vietato: il suo  abuso causava enormi danni (turbe psichiche). In Italia oggi il vermouth è prodotto tradizionalmente in Piemonte, in quanto il microclima della regione garantisce un prodotto di altissima qualità.

Il vermouth è un prodotto che contiene il 75% di vino bianco (ad eccezione del rosé) e un infusione idroalcolica di oltre 30 tra erbe e spezie; può essere bianco, rosso, dry e rosato. Il dry è quello con la gradazione alcolica maggiore, avendo minor presenza zuccherina.

Il vino usato per la sua produzione è abbastanza neutro, spesso un trebbiano (ovviamente italico in quanto si produce con vino nazionale), le erbe officinali, che possono essere messe in infusione idroalcolica o addirittura distillate per ricavarne l’essenza, sono miscele segrete di casa in casa, ma le più utilizzate sono: camedrio, cardo santo, coca, timo, salvia, camomilla, sambuco, zafferano, chiodi di garofano, anice stellato, cardamomo, fiori d’arancio e sambuco, noce moscata, vaniglia.

L’alcol usato per le infusioni e per il raggiungimento della gradazione voluta (dai 16° ai 21°) è di origine agricola.

Il vermouth per le sue caratteristiche si miscela molto bene  con distillati non invecchiati, con gli amari a tinta rossa  e i liquori a base di erbe e con i succhi di frutta. Non si sposa benissimo con i succhi citrigni e lo spumante, e se servito liscio dovrebbe avere una temperatura non superiore ai 5°, possibilmente in un calice da degustazione, mentre on the rocks in un bicchiere old fashioned con fetta d’arancio o scorza d’agrume (possibilmente non limone).

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